A Viterbo il nuovo Polo Sociale: inaugurato negli ambienti della Caritas Diocesana

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Si è svolto oggi, nella sala Mendel del convento della SS. Trinità a Viterbo, il convegno “La comunità che accoglie, azioni innovative e politiche sociali a supporto della fragilità”, organizzato dalla Caritas diocesana e dalla Diocesi di Viterbo.
Ad aprire i lavori è stato il direttore Caritas Luca Zoncheddu che, dopo aver chiarito come l’occasione di incontro sia funzionale a tessere ed “abitare” le relazioni per sostenere le nuove fragilità, ha restituito un quadro dei servizi e delle progettualità portate avanti sul territorio: dalla mensa sociale Manna al dormitorio Tenda, dal progetto Policoro a Snodi, dagli Orti Solidali a Prendersi Cura fino ad arrivare al Centro di ascolto e al Polo sociale. Zoncheddu ha tuttavia rimesso all’attenzione di tutti dei dati allarmanti sulla povertà e sulla fragilità in generale, facendo peraltro presente che il sistema Caritas, basato sulla rete dei volontari in prima linea, non riesce più a rispondere al crescente bisogno territoriale e che, quindi, senza un sostegno concreto da parte delle istituzioni (tanto in termini economici quanto in termini di produzione di buone politiche) l’offerta di servizi fondamentali per la comunità non potrà più, a breve, essere garantita. La domanda di Zoncheddu ai rappresentanti istituzionali è stata molto diretta: “questi servizi servono o non servono? Perché se servono abbiamo bisogno di co-progettare insieme a voi e di avervi concretamente al fianco nel proseguire queste opere segno intenzionali finalizzate alla costruzione condivisa di una comunità che sappia superare l’assistenzialismo e quindi accogliere, se invece pensate che non servano faremo un passo indietro, consegnandovi la totale responsabilità di una comunità in grande sofferenza”.
E proprio sul tema della comunità ha insistito il vescovo Orazio Francesco Piazza, chiarendo che una comunità per crescere e prosperare deve innanzitutto sentirsi tale, superando l’atteggiamento generalizzato di indifferenza verso il prossimo, comportamento che isola e acuisce le fragilità. “La comunità -dice monsignore- è fatta dall’armonia delle differenze”. Citando Isaia, il vescovo ha ricordato a tutti che bisogna mettere le mani in mezzo ai rovi, tra le spine, per far spazio al germoglio che ci nasce dentro, perché questo germoglio altro non è che futuro della comunità stessa. Bisogna quindi esercitare la carità, grazie alla quale esercitiamo anche l’amore e la responsabilità personali, producendo al contempo ricchezza collettiva e tutela della dignità umana.
Sono state poi presentate delle slide significative relative all’impatto delle “opere segno” (cioè i servizi offerti alla collettività) sul territorio e mostrati numeri preoccupanti sulla dimensione del disagio e della fragilità sociali.
Al termine della proiezione, ha preso la parola il prefetto di Viterbo Gennaro Capo, il quale si è impegnato in prima persona per supportare il cammino di Caritas, riconoscendo nel suo operato un valore altamente funzionale e indispensabile anche per la Prefettura, giacché la presa in carico delle persone più fragili riduce anche le problematiche connesse all’ordine e alla sicurezza pubbliche.
L’assessore alle politiche sociali del Comune, Patrizia Notaristefano, ha voluto invece informare che a palazzo dei Priori si sta già lavorando per la costruzione di una rete di contrasto allo spreco alimentare (con tutte le implicazioni connesse) che coinvolge tanti attori territoriali e che sarà funzionale anche all’elaborazione del Piano sociale di zona 2024-2026.
Luisa Ciambella, consigliera comunale, si è invece assunta il personale impegno di proporre un ordine del giorno a tutti i colleghi seduti con lei nella sala del Consiglio per stabilire, all’interno del bilancio, una percentuale progressiva di sostegno alle attività di Caritas, convinta che i neanche 200 mila euro attuali, per tutto il sociale e il mondo del Terzo Settore, oggi non siano sufficienti a coprire le necessità delle persone con svantaggio sociale e economico.
Il consigliere regionale Enrico Panunzi, dal canto suo, ha ribadito con forza che, anche dai banchi dell’opposizione, farà quanto possibile per affiancare la Caritas in questo cammino, aggiungendo che è necessario costruire un esercito di pace senza armi, nel quale tutti siano capaci di aspettare il passo dell’altro per un cammino significativo e teso al benessere complessivo.
Gli interventi istituzionali si sono conclusi con la consigliera Alessandra Troncarelli che, ricordando le politiche e le risorse destinate al sociale durante la sua esperienza in giunta regionale, ha voluto mettere l’accento sulla necessità di partire dalle cose più semplici per uscire da questo drammatico stallo. Si è quindi fatta promotrice di una mappatura comunale sul sociale, per evitare duplicati di prese in carico da parte delle varie associazioni, con conseguente utile reimpiego di risorse.
All’incontro pubblico hanno partecipato chiaramente anche cittadini e rappresentanti del Terzo Settore, tra i quali Martino Rebonato del Ceis e Sergio Giovangnoli di Arci che hanno preso la parola apportando un qualificato e puntuale contributo al confronto, e Sara De Luca della Fai Cisl che ha confermato il prosieguo della collaborazione con Caritas per garantire la tutela sociale del territorio e di tutti coloro che lo abitano, senza alcuna distinzione.
L’assemblea si è quindi spostata, come da programma, al Centro di ascolto diocesano in via Santa Maria in Volturno, per la benedizione del luogo da parte del Vescovo e l’inaugurazione della mostra fotografica del laboratorio tenutosi nel 2022 sotto la guida di Cristiano Morbidelli. Tutte le foto sono state scattate a San Faustino, con la precisa intenzione di cogliere la quotidianità e la vitalità di un quartiere in fermento, di rendere visibile la città invisibile e di celebrare un quartiere troppo spesso abbandonato e mal rappresentato all’esterno.
La mattinata si è quindi conclusa alla mensa sociale Caritas in via San Leonardo 1, dove dopo la benedizione del Vescovo Piazza ci si è riuniti per la condivisione di un pasto caldo nel segno della solidarietà.