La lunga giornata del Bomba Day a Viterbo nei centri di accoglienza e nelle parrocchie della città

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“DA UN DISAGIO PUÒ NASCERE UNA OPPORTUNITÀ”
La lunga giornata del Bomba Day a Viterbo nei centri di accoglienza e nelle parrocchie della città

Nella giornata di oggi, martedì 7 maggio, la città di Viterbo e’ stata coinvolta per una straordinaria evacuazione di oltre 36000 cittadini per le operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico ritrovato in pieno centro risalente alla seconda guerra mondiale.
Anche il nostro Vescovo Orazio Francesco Piazza, insieme alle autorità cittadine civili e militari ha seguito la vicenda sia nelle fasi preparatorie degli ultimi mesi, sia nella fase operativa della giornata odierna visitando personalmente i luoghi di accoglienza.
Anche alcune Parrocchie della città di Viterbo, sono state impegnate nell’accoglienza di persone residenti nella zona rossa. Le parrocchie coinvolte nell’accoglienza sono state quelle di Santa Barbara, Sacra Famiglia, Santa Maria della Grotticella e dei Santi Valentino e Ilario.
Quest’ultima ha accolto circa 250 pazienti fragili accompagnati dal personale sanitario della casa di cura Villa Rosa di Viterbo.
Durante la giornata, oltre al pranzo offerto dal Comune di Viterbo, ai giochi e alla musica, c’è stata la visita delle autorità civili e militari e del Vescovo di Viterbo mons. Orazio Francesco Piazza che alle 11.30 nella chiesa di Villanova ha celebrato la Santa Messa per tutti i pazienti e i malati.
In una atmosfera veramente bella e festosa, il Vescovo nell’omelia ha sottolineato come “l’evacuazione è stata un’occasione di umanità. L’emergenza ci sta facendo vedere tante cose che non vedevamo, realtà quotidiane che non conoscevamo”. Ma il Vescovo ha anche sottolineato l’importanza dell’accoglienza che le parrocchie in questa circostanza hanno manifestato nei confronti dei cittadini e soprattutto dei più fragili.
“Tutti – ha ricordato il vescovo – stanno dando l’esempio chiaro di come si deve collaborare. Ringraziamo il Signore che ci ha permesso di scampare da un pericolo. Un pericolo gravissimo. Grazie agli artificieri dell’Esercito che stanno portando avanti questo delicato compito, rischiando la vita”.
Da queste situazioni, ricorda il Vescovo, possono nascere per chi accoglie e per chi viene accolto “occasioni di scuola di umanità. Ogni disagio, ha ricordato il Vescovo, si condivide”. E le parrocchie della città questo aspetto lo hanno condiviso e manifestato.
“La sofferenza e la malattia – ha concluso il vescovo rivolgendosi ai pazienti e fragili di Villa Rosa – è l’altare sul quale voi celebrate ogni giorno e dove si celebra l’intensità del vostro cuore. Tutto matura sull’altare della sofferenza e della malattia”. Una giornata iniziata al mattino presto e che alle ore 16 ha visto ritornare tutti alle proprie case per la fine dell’emergenza.