Domani 10 agosto il Vescovo di Viterbo mons. Lino Fumagalli presiederà in Cattedrale a Viterbo alle ore 18.30 una solenne celebrazione eucaristica in occasione della festa di San Lorenzo titolare della omonima Chiesa elevata nel 1940 basilica minore dal Papa Pio XII.
San Lorenzo è stato uno dei sette diaconi di Roma, dove venne martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall’imperatore romano Valeriano nel 257.
L’imperatore nell’agosto 258 emanò un editto secondo il quale tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi dovevano essere messi a morte. L’editto fu subito eseguito, e Lorenzo, diacono di appena 33 anni il 10 agosto fu bruciato sopra una graticola: un supplizio che nel corso dei secoli ha ispirato artisti, pittori e letterari nelle raffigurazioni più illustri di San Lorenzo. Nato nella prima metà del III secolo in Spagna centro della cristianita’, Lorenzo si distinse da subito per pietà, carità verso i poveri e l’integrità dei costumi e grazie alle sue doti fu scelto da Papa Sisto II come diacono e messo a capo del collegio dei diaconi con il compito di sovrintendere all’amministrazione dei beni, accettare le offerte, provvedere ai bisogni degli orfani e delle vedove. Per questi ed altri motivi fu uno dei personaggi più noti della prima cristianita’ di Roma e uno dei martiri più venerati.
La Chiesa Cattolica lo venera come santo e la Chiesa Cattedrale di Viterbo come protettore titolare. A lui era già dedicata una piccola chiesetta sull’attuale Colle del Duomo nel VII secolo a sua volta eretta sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Ercole. Sulla stessa collina alla fine del XII sec. fu eretta l’attuale Basilica Cattedrale che ne conserva a distanza di secoli l’inconfondibile splendore romanico e il fascino architettonico. Sono molte le opere pittoriche conservate all’interno della Cattedrale, ma sicuramente la più importante dedicata a San Lorenzo e’ la pala d’altare in tela del Romanelli del XVIII secolo conservata nel “Cappellone” nell’antica e primitiva abside della Basilica oggi chiusa ai fedeli a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, i cui danni costrinsero a dare a tutta l’area presbiteriale una nuova riformulazione liturgica ancora tutt’oggi visibile.