MESSA SU RAI 1, diretta dal Santuario cittadino della Madonna Liberatrice: Omelia del Vescovo

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MESSA SU RAI 1
Diretta dal Santuario cittadino della Madonna Liberatrice
OMELIA DEL VESCOVO
+ Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Viterbo
Gesù Cristo è il Signore. Nostra unica speranza.
Fratelli e Sorelle, amati da Dio, come Chiesa radunata dall’amore trinitario rivolgiamo particolare attenzione, nella preghiera e nella fraterna vicinanza, a quanti sono segnati dalla solitudine e dalla sofferenza e che spiritualmente si uniscono a questa nostra Celebrazione. La comune invocazione al Signore Gesù, nostra unica speranza, sostenga il Santo Padre in questi giorni di particolare fragilità e sofferenza. Abbiamo da poco avviato il cammino giubilare quale tempo straordinario che va compreso e vissuto nella vicenda umana in cui si inserisce. Dio non abbandona il suo popolo: nelle difficoltà e nelle prove, sostiene e alimenta la fiducia, dona conforto e riconcilia gli uomini con Dio e tra loro (Ef 2,13-18). Il Giubileo concentra l’attenzione sulla speranza, appunto perché il nostro contesto di vita, sociale e ambientale, richiede questa linfa vitale per ricomporre le molteplici lacerazioni e riannodare la trama delle relazioni. Quale contrappunto alle strutture negative che segnano la vita, è offerta la prospettiva della speranza che non delude: «Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità» (SnC, 1).
Chiamati a rimettersi in viaggio nella Carovana dell’umanità con spirito positivo, siamo pellegrini in un cammino dove fiducia e speranza si raccordano con rinnovata vitalità. È consegnata a tutti la possibilità di approfondire la fede e riscoprire il senso della speranza cristiana tra le fatiche del quotidiano. Fede e speranza sono unite in un vincolo indissolubile. È offerta l’opportunità di valorizzare, con immensa gratitudine, il dono della vita nuova ricevuta nel Battesimo per orientare il cammino: la fede, nella vita, genera speranza e guida i nostri passi. Il profeta afferma che il Signore è la nostra fiducia ed è «benedetto l’uomo che confida nel Signore» (Ger 17, 5-8). In questa fiducia, come affidamento convinto e responsabile tra le molteplici prove della vita, possiamo essere «come un albero piantato lungo un corso d’acqua, che stende le sue radici»; che non teme l’arsura; le «sue foglie rimangono verdi» e «non smette di produrre frutti. Quello che fa, riesce bene e darà frutto a suo tempo» (Sal 1). L’agire per la riconciliazione e la pace, seppur tra evidenti difficoltà, apre reali sentieri di speranza per un rinnovato senso di comunità, di condivisione e corresponsabilità.
Per questo, Fratelli e Sorelle, il dono giubilare offerto da Cristo, Porta Santa da attraversare, deve essere da ciascuno accolto e condiviso con pazienza e sincera disponibilità. Affrontiamo le prove, sapendo che «la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 1-5). Siamo consapevoli che la vita è fatta di gioie e dolori; che l’amore è messo alla prova e che la speranza può indebolirsi davanti a fragilità, limiti e lacerazioni, ma, in tali situazioni complesse possiamo scorgere la luce: l’affidabilità di una Presenza che rassicura; «ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). La certezza di questa Presenza consolida la pazienza del saper dare tempo al cammino, portando il peso delle prove. La pazienza, frutto dello Spirito del Signore, tiene viva la speranza e la manifesta come stile di vita centrato sulle Beatitudini: in quelle scelte che promuovono la crescita integrale della persona, aperta a Dio e ai fratelli (Lc 6, 17. 20-26).
Carissimi, viviamo questo cammino giubilare rafforzati dalla consolante e amorevole presenza della Madre nostra Maria, qui amata e venerata con il titolo di Liberatrice; ci sostenga l’intercessione dei santi Patroni in questo tempo propizio per essere tutti convinti che è sempre possibile, con la grazia della misericordia e della riconciliazione, ritessere la trama delle nostre relazioni sfilacciata da pretese e scelte egoistiche; dal desiderio di possesso e dalla ricerca ossessiva di affermazione e di pubblico consenso. La Vergine Santa ci liberi da questi idoli che disorientano il cuore e rendono illusoria ogni attesa: a questi idoli si sacrificano le energie migliori e da cui nascono grandi sofferenze, per sé stessi e per gli altri, senza giungere all’essenziale della vita. Il realismo della speranza, che è Gesù Signore, non delude: ci viene incontro e condivide il nostro viaggio.
Fiduciosi e con rinnovato entusiasmo rivolgiamo a Lui lo sguardo lungo il sentiero delle Beatitudini: cuore del Vangelo e speranza certa per un’umanità riconsegnata alla sua dignità. Semplicità del cuore, umiltà e prossimità, ricerca della giustizia e della pace, misericordia e perdono, sono i segni che non rendono vana la fatica del cammino e che lentamente conducono alla comune destinazione: una vita nuova, ora, e il suo definitivo compimento nel cuore dell’Amore trinitario. Amen
16 Febbraio 2025